È la notte del 6 dicembre 2007 quando sette operai perdono la vita nel rogo scoppiato alla ThyssenKrupp di Torino.
La tragedia non si consuma in una sola notte… dura ben 23 giorni.
23 giorni di agonia, 23 giorni trascorsi a sperare invano che qualcuno di loro si possa ancora salvare.
Sette famiglie distrutte a causa delle condizioni pessime in cui gli operai sono costretti a lavorare.
Estintori scarichi, turni di lavoro massacranti, macchine non sottoposte a manutenzione, materiali infiammabili sparsi ovunque, telefoni non funzionanti… una fabbrica in dismissione.. una fabbrica che strappa alla vita 7 operai.
Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Giuseppe Demasi.. questi i nomi delle vittime di quella tragedia. Una tragedia che coinvolge l’intera città.
Sono ormai passati 10 anni.. 10 lunghi anni trascorsi in assenza di un collega, di un amico, di un familiare, di un papà…. “Eravamo molto di più che colleghi di lavoro.. eravamo una famiglia”.. queste sono le parole di Antonio Boccuzzi, l’unico superstite della tragedia.
Cosa rimane a distanza di tempo?
Qualcosa è cambiato da allora??
Ancora sono tante le aziende in cui si lavora in condizioni di “insicurezza”.
Troppe quelle in cui si pensa “tanto qui non accadrà mai nulla, figurati se succede a me”.. eppure ancora oggi si muore sul lavoro!
È di questo che parliamo nel nostro libro “Per non morire di lavoro”.
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