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L'incredibile storia, realmente accaduta, che vi farà capire quanto una consulenza relativa alla sicurezza sul lavoro possa essere applicata in molte situazioni. |
Aprile 2016 – Tokyo, Giappone.
Ore 15:00 – sto per entrare in sala operatoria e sono molto agitata perché devo subire un’operazione delicata al mio utero. Sono mesi che provo ad avere un figlio, ho provato diverse cure, ma ancora nulla.
Ore 15:30 – sono sdraiata su di un lettino in acciaio, freddo e scomodissimo. Sono preoccupata perché non ho la certezza matematica che tutto questo possa bastare e che possa coronare finalmente il mio sogno, quello di… essere madre.
Ore 17:00 – mi risveglio dall’anestesia totale e vedo molti medici intorno a me, sono visibilmente nervosi. Capisco subito che qualcosa nell’operazione è andata storta. Riesco solo a muovere gli occhi, tutto il resto del mio corpo è ancora addormentato ma il mio sesto senso, quello che ti permette di capire che stai sprofondando in un abisso, purtroppo no. Ed insieme a me sprofonda anche il mio desiderio.
Ore 18:00 – Ora tutto è più chiaro. L’infermiera mi spiega cosa sia successo ed il motivo per cui mi io mi ritrovi avvolta da tutte queste bende che mi sfioravano la pelle.
Durante la mia operazione all’utero, effettuata con la tecnica laser, si è scatenato un incendio provocandomi bruciature estese su tutto il corpo.
Per un’altra volta il destino si era beffato di me, del mio corpo e del mio sogno, quello di ESSERE MADRE.
Novembre 2016 – Tokyo, Giappone
Le bruciature sulla mia pelle piano piano si stanno rimarginando, quelle interiori, purtroppo no. Quelle, non guariranno mai.
Ho atteso con ansia il responso delle indagini avvenute dopo il mio incidente in ospedale, e finalmente oggi, ricevo le risposte alle mie innumerevoli domande….
Il mio avvocato mi comunica che secondo il rapporto dei “periti esperti” l’incendio si scatenò da una MIA fuoriuscita di gas intestinale, entrata successivamente in contatto con il calore del laser.
Secondo spiegazione tecnico scientifica infatti, la teoria del triangolo del fuoco enuncia che affinché si formi un incendio occorre che ci sia la compresenza di 3 fattori: combustibile, comburente ed innesco.
Ok, il comburente è l’ossigeno, presente nell’aria (21%), l’innesco è stato dato dal raggio laser.
Volete quindi farmi credere che la flatulenza possa davvero fungere da combustibile?
O che invece sia stata un’anomala perdita di GAS medicale, che effettivamente fungeva da combustibile?
Mi state prendendo così palesemente per il “culo” al fine di nascondere una qualche deficienza della sanità e/o degli operatori addetti alla manutenzione degli impianti ospedalieri?
La mia testa sta scoppiando, miliardi di domande mi attanagliano la mente.
Ma una tra tutte è: “Perché non sono state rispettate le misure minime di sicurezza?”.
Eppure, questo, secondo il D.Lgs. 81/2008, dovrebbe essere un requisito indispensabile in ogni luogo di lavoro, specie in una sala operatoria frequentata da personale medico/paramedico e pazienti che, evidentemente, hanno problematiche di salute.
…Mi ribello ad accettare questo responso di colpa e avvalendomi della consulenza di specialisti nel settore della sicurezza sul lavoro, metterò in chiaro le reali responsabilità.
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